Attività ambulatoriale di nutrizione

Centro di medicina integrata DI TRIESTE
CON ATTIVITÀ AMBULATORIALE di NUTRIZIONe

DOTT.SSA ANA KARUZA, BIOLOGA NUTRIZIONISTA


Nata a Monaco di Baviera (Germania) il 26/06/1976, si laurea in Scienze Biologiche all’Università degli Studi di Trieste nel 2001 e nello stesso anno consegue l’abilitazione alla professione, iscrivendosi poi all’Ordine Nazionale dei Biologi nel 2002, n. matricola 054733.

Durante l’iniziale periodo di carriera da ricercatrice, consegue il titolo di Dottore di ricerca nel 2006 presso la medesima università.

Pancia gonfia? Emicranie? Dolori muscolari ed articolari? Malattie autoimmuni?


Tentativi di dimagrire senza successo? La risposta sta forse nell’infiammazione da cibo dovuta ai gruppi di alimenti che suscitano una risposta infiammatoria al di fuori della norma. E proprio in questo preciso momento più che mai, teniamo ad essere in salute, mantenendo efficiente il sistema immunitario. Il cibo è un nostro amico, non esistono alimenti “cattivi”.

Conoscere invece gli alimenti che ‘ci infiammano’ ci consente di impostare il nostro profilo alimentare personale, secondo criteri in grado di instaurare nuovamente una condizione di equilibrio; dopo una controllata e temporanea eliminazione, gli alimenti saranno reinseriti nel nostro menù giornaliero (dieta di rotazione).  Senza severe rinunce. Senza eliminare interi gruppi alimentari, a nostro rischio e pericolo.


Come posso conoscere il mio livello d’infiammazione? Come posso recuperare la tolleranza agli alimenti?


Facilmente, grazie al FOOD INFLAMMATION TEST messo a punto dal Dott. Attilio Speciani, medico Specialista in Immunologia Clinica e Allergologia, docente all’Università di Pavia per i Master di Nutrizione.  Basta un prelievo di sangue capillare dal dito; il materiale viene inviato al laboratorio di analisi e dopo una decina di giorni arriva il referto che identifica il livello di infiammazione correlato al cibo. La nutrizionista del Centro Dott.ssa Ana Karuza vi guiderà a un approccio alimentare personalizzato, in grado di farvi recuperare benessere e salute.

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    Nel 2006 frequenta il Master in Dietologia e Nutrizione Umana presso la Scuola FIP a Roma ed inizia ad esercitare l’attività ambulatoriale di nutrizione in libera professione prima a Trieste (dal 2007) e successivamente anche a Monfalcone (dal 2009).


    Si iscrive alla Scuola di Nutrizione ed Integrazione nello Sport (corso biennale) a Padova e nel 2015 consegue il diploma dell’Esperto in nutrizione dello sport (Nutritional Sports Expert).

    Oltre alla pratica ambulatoriale in consulenze nutrizionali, collabora alla redazione della rivista Sport & Beauty, periodico di informazione in sport, bellezza e tempo libero pubblicando articoli in tema di nutrizione nel periodo 2008-2009.


    Inoltre, collabora alla redazione ed elaborazione dei menù e delle diete speciali per alcune istituzioni pubbliche e private del territorio FVG per conto di una ditta di ristorazione collettiva.


    Lingue parlate: oltre all'italiano parla correntemente croato, inglese e tedesco; possiede nozioni base di francese.


    Per maggiori informazioni potete contattare il numero della Casa della Salute Ippocrate +39 040.5700322, scrivere all’indirizzo e-mail ana.karuza@gmail.com oppure compilare il form di richiesta informazioni sul suo sito www.anakaruza.com, dove potete trovare degli approfondimenti e curiosità in tema di nutrizione. Riceve su appuntamento.


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TEST PER IL PROFILO INFIAMMATORIO DA ALIMENTI (Recaller 2.0)



Il test si basa sull’evidenza che moltissimi disturbi legati a un’infiammazione cronica, quali sovrappeso e obesità, colite, malattie autoimmuni, emicrania, artrite e molti altri, possono essere trattati efficacemente attraverso la riduzione delle citochine infiammatorie dovute all’alimentazione.


Oggigiorno è possibile conoscere lo stato infiammatorio interno da diversi gruppi di alimenti, misurando almeno due delle citochine importanti (BAFF-B Cell Activating Factor e PAF-Platelet Activating Factor) e capire quali alimenti siano da variare nella dieta settimanale.


Le immunoglobuline G (IgG) invece sono state a lungo considerate anticorpi ‘contro’ il cibo, mentre le ricerche più recenti ne hanno addirittura identificato il ruolo protettivo nei confronti delle reazioni allergiche, ma al tempo stesso segnale di un eccesso alimentare o di una sistematica ripetizione dell’assunzione.

 

Perché non limitarsi al dosaggio dei parametri più comunemente usati?

Per molto tempo i biomarcatori studiati per valutare lo stato infiammatorio sono stati la VES (velocità di eritrosedimnetazione) e la PCR (proteina C reattiva), entrambi marcatori della fase acuta, che riflettono la risposta immunologica e infiammatoria dell’organismo.


La VES è un indice utilizzato molto frequentemente per rilevare la presenza di un generico stato infiammatorio. La VES aumneta come risultato di molti tipi di infiammazione: quando si scatena un processo infiammatorio vengono rilasciate nel sangue numerose proteine, come il fibrinogeno e alcune globuline, che favoriscono l’aggregazione dei globuli rossi e determinano di conseguenza un aumento del livello di VES.


La PCR invece è sintetizzata dal fegato e agisce principalmente legando la fosfocolina, un lipide espresso sulle cellule che vanno incontro a morte. Il legame della PCR con queste cellule è importante per attivare il sistema immunitario e per la loro eliminazione. I livelli di PCR aumentano per esempio entro 2 ore da un trauma e per questo motivo viene definita proteina di ‘fase acuta’. Il rapido aumento di PCR può derivare da svariate condizioni (infezioni, traumi, necrosi tissutale, amlattie autoimmuni etc.) per cui non può essere considerato un marker specifico di una data patologia e non ci permette di individuare il processo biologico in atto.



L’analisi si esegue attraverso la raccolta di sangue capillare tramite l’autoprelievo e il campione di sangue secco viene spedito e analizzato presso il laboratorio GEK, attualmente situato presso l’Università Tor Vergata di Roma che assicura gli alti criteri di qualità. Il dosaggio di BAFF e PAF e di specifiche immunoglobuline G sono misurati sulla base di test ELISA (Enzyme-Linked Immunosorbent Assay). Il Profilo Alimentare Personale, identificato attraverso l’analisi delle IgG specifiche per gli alimenti, consente un approccio nutrizionale innovativo che può essere affiancato a qualsiasi cura già in atto.


TEST PER IL PROFILO INFIAMMATORIO DA ZUCCHERI (GlycoTest)


E’ un test innovativo basato scientificamente sulla valutazione integrata su due specifiche sostanze che indicano il modo in cui tutti gli zuccheri introdotti nell’organismo, compresi quelli nascosti o spesso non considerati tali, possono provocare danni infiammatori e metabolici quali sovrappeso e obesità, diabete di tipo 2, steatosi epatica, vari dismetabolismi, disfunzioni ormonali, squilibri neuropsichici, artrite e molti altri. Inoltre è possibile verificare se il profilo da infiammazione da zuccheri con gli eventuali disturbi che ne conseguono siano dovuti alla presenza di una componente genica.

Proprio grazie all’indagine su quest’ultima il test rileva in anticipo gli effetti potenzialmente dannosi dagli zuccheri (come fruttosio, maltosio, sorbitolo, galattosio e altri) e dell’alcol e può misurare la risposta ai cambiamenti nutrizionali e all’eventuale impostazione terapeutica.


L’analisi si esegue attraverso la raccolta di sangue capillare tramite l’autoprelievo e il campione di sangue secco viene spedito e analizzato presso il laboratorio GEK, attualmente situato presso l’Università Tor Vergata di Roma che assicura gli alti criteri di qualità.

 

Perché non limitarsi al dosaggio dei parametri più comunemente usati?

Glicemia a digiuno ed emoglobina glicata, da soli, non sono sufficienti a rilevare gli effetti complessivi di tutti gli zuccheri, come documentato dalle recenti ricerche scientifiche. Il GlycoTest evidenzia questi effetti tramite la misurazione di due molecole: l’albumina glicata e il metilgliossale.


L’albumina glicata rappresenta un indice di controllo glicemico nel breve-medio periodo, essendo particolarmente sensibile a variazioni di glicemia media che riguardano le ultime 3 settimane. A differenza dell’emoglobina glicata, i suoi valori considerano anche i picchi di fruttosio o di glucosio che si determinano dopo il pasto o dopo un’assunzione di sostanze dolci o amidi a veloce assorbimento. Il dosaggio rappresenta quindi anche un ‘indice di picco’ dei diversi zuccheri circolanti e la misura dell’effettiva glicazione delle proteine, cioè la lettura del danno provocato dai differenti tipi di zuccheri che vanno a legarsi a proteine presenti in circolo. Come se gli zuccheri ‘caramellassero’ le proteine circolanti impedendone il corretto funzionamento.

 

Il metilgliossale è una sostanza ossidante, il cui valore cresec in modo proporzionale all’andamento della glicemia e dei picchi e delle oscillazioni di concentrazione di glucosio e di fruttosio. I livelli di base, se elevati, indicano una importante alterazione della sensibilità degli zuccheri e necessitano di qualche giorno di dieta controllata (in genere su dolci, vino, fruttosio, alcol) per ridursi. Il suo accumulo determina effetti negativi che coinvolgono anche la resistenza insulinica. Tuttavia la sua presenza, pur segnalando una caratteristica metabolica negativa, esprime ancora la capacità dell’organismo di adattarsi ai carichi di zuccheri.

 

Il referto consente di proporre suggerimenti adeguati per riequilibrare la sua condizione e su come rimediare eventuali disturbi.



TEST PER LA VALUTAZIONE DELL’ETA’ BIOLOGICA  (BioAge)


BioAge è un test genetico che misura la lunghezza media del DNA telomerico. I telomeri sono la parte terminale di ogni singolo cromosoma che ne protegge le estremità dall’accorciamento determinato dal tempo, dall’invecchiamento e dagli effetti dell’ossidazione.  La misurazione viene confrontata con una lunghezza di riferimento per l’età anagrafica, sesso ed etnia.


L’accorciamento è un processo fisiologico del tutto naturale. Tuttavia, la sua accelerazione può rivelarsi un segnale, sia di invecchiamento precoce sia della possibile insorgenza di malattie.

Quindi, le informazioni fornite dal test possono essere utili per prevenire lo sviluppo prematuro di problemi associati all’età, prendendo in considerazione la possibilità di effettuare cambiamenti nello stile di vita rispetto a tutti i fattori che lo determinano (attività fisica, stress, alimentazione, obesità, sonno, assunzione di alcol, fumo di sigaretta, presenza di patologie…). Inoltre il test fornisce delle indicazioni utili per un’eventuale integrazione alimentare.

Per ottenere una stima della velocità di accorciamento dei telomeri si consiglia di ripetere il test dopo 12-18 mesi.

Il rallentamento della velocità di accorciamento è un indice positivo di un miglioramento dello stile di vita, del controllo della glicazione e dell’infiammazione da zuccheri (misurabile tramite GlycoTest) o alimenti (misurbile tramite Recaller 2.0).


L’analisi si esegue attraverso la raccolta di sangue capillare tramite l’autoprelievo e il campione di sangue secco viene spedito e analizzato presso il laboratorio GEK, attualmente situato presso l’Università Tor Vergata di Roma che assicura gli alti criteri di qualità.


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